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Appunti di Cooperazione Internazionale

RAP, la cooperazione e i migranti.

di Paola Bruna Kenani.

A Kairouan, in Tunisia, prende avvio il progetto RAP finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e dalla Regione Emilia Romagna. Il progetto  é messo  in atto dall’Associazione Monologue Kairouan, di cui faccio parte, in partenariato con altre associazioni locali e con la ONG italiana Overseas.

Ho visto troppa gente soffrire: madri, padri, fratelli, sorelle, fidanzate, mogli, figli.

Ho ascoltato grida strazianti ogni volta che una salma viene riportata in una cassa e magari non si puo’ neppure aprire per vedere chi  c’é dentro un’ultima volta.

Ho visto madri che non troveranno mai la pace finché non troveranno almeno un osso del figlio che hanno amato.

Dietro ogni affogato nel  Mediterraneo ci sono famiglie in lutto.

Dietro ogni vittima della violenza, del freddo, della droga, delle condizioni di marginalità sulle strade d’Europa, c’é  lo strazio del dolore.

Progetto RAP al via! Fonte: Paola Bruna Kenani

Progetto RAP al via! Fonte: Paola Bruna Kenani

Per questo contenere le partenze clandestine dei migranti tunisini e in generale africani ben più che un problema securitario é un problema umanitario.
Per questo  ho pensato di fare un progetto con l’Associazione Monologue di Kairouan, città povera al centro della Tunisia da cui partono e sono partiti migliaia di migranti clandestini. Il progetto si chiama RAP che é l’acronimo delle parole francesi Reflechir avant de partir, che significa Riflettere prima di partire.
Spesso i giovani che partono, perlopiù provenienti da quartieri svantaggiati o da zone rurali, non si rendono conto di tutti i rischi a cui si espongono, non soltanto nella traversata del Mediterraneo, ma anche nelle condizioni precarie di esistenza  che incontreranno in Italia e in Europa.
Il sogno di una vita migliore, di un successo economico, é talmente potente da oscurare i problemi, le complicazioni, le tragedie che si nascondono dietro la facciata seducente dell’Eldorado Europa.
Spesso i  giovani fanno scelte avventate perché mancano di conoscenze e non sono coscienti dei pericoli terribili a cui vanno incontro. E allo strascico di dolore che getteranno sulle loro famiglie.

Il logo del progetto RAP ©

Il logo del progetto RAP ©

Con il progetto Rap noi formeremo una decina di ragazzi e ragazze alle arti sceniche per esprimere attraverso la musica e le parole i sogni dei migranti ma anche i fallimenti, il viaggio e la morte, la lontananza, la solitudine,  la  violenza, le espulsioni, l’esperienza del carcere o della droga, per dare un po’ più di consapevolezza alle loro scelte.
E nello stesso tempo cercare di trovare insieme dei canali di migrazione regolare, anche stagionali, perché il loro desiderio d’Europa non si trasformi in una tragedia per loro e i loro cari.
Infine cercheremo di lavorare per restituire la fiducia di questi giovani nel loro paese e nella possibilità di fare qualcosa per migliorare e uscire dal pessimismo, dalla povertà  e dalla marginalizzazione che li confina nell’apatia e nella disperazione.

Il progetto comincia ora e durerà sei mesi, vi terro’ informati sugli sviluppi!


L’articolo originale è consultabile su Deflusso, il blog di Paola Bruna Kenani.

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Questa voce è stata pubblicata il 1 dicembre 2020 da in Africa, Cooperazione Internazionale con tag , , , , .
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