A cura di Daniel Cabrini
Il mio pensiero va a tutti i Santi Martiri Innocenti che vengono festeggiati oggi, 28 dicembre. Sono certo che molti di voi conoscano questa storia nella quale un re, turbato dall’arrivo di un Re ancor più grande, decise di compiere una strage.
Questa vicenda risale a oltre 2000 anni fa. Erode il Grande, re della Giudea, per paura dell’importanza che il figlio di Dio avrebbe guadagnato un giorno, ordinò lo sterminio di tutti i neonati allo scopo di uccidere anche il piccolo Gesù. Un bambino che nacque in una capanna, con poco o nulla e fin da subito obbligato ad andarsene dal luogo in cui era nato. Una storia comune a molte persone oggigiorno. Una storia di povertà e potere, migrazione e violenza.
Come in ogni vicenda in cui la brama di potere prevale sul bene comune, a farne le veci sono sempre i più poveri ed emarginati.
Come accadeva ai tempi dei romani, accade tutt’oggi in numerosi paesi del mondo. Anche in questo periodo natalizio si assiste ad una violazione al diritto alla vita e ad altri diritti umani non meno importanti sempre a causa del desiderio di potere, alla credenza di essere superiori rispetto agli altri, alla noncuranza del benessere altrui. La paura non è meno importante in questo processo; paura di perdere il proprio posto, paura di vedere ridotto il proprio benessere, paura di essere esclusi dai benefici,conduce le persone a lasciarsi macchiare il cuore da chi il potere lo brama; questi ultimi non si fanno remore a creare una cerchia di impauriti o di assetati di potere a sostenerlo.
Fonte: Pixabay.com
Questo livello di intolleranza e odio indotto porta, nel migliore dei casi, a mantenere la società congelata nel suo sviluppo.
Nei casi peggiori la società corrotta attua una serie di violazioni dei diritti fondamentali dell’uomo.
Queste violazioni si concretizzano sia tramite azioni fisiche, sia attraverso azioni verbali e mediatiche ma nella maggior parte dei casi attraverso atteggiamenti che passano inosservati, che colpiscono nel profondo. Ahinoi, troppo spesso a farne le veci sono i più piccoli e indifesi.
In questo periodo storico, ed anche in avvento, persino il Papa, tutela dei più deboli, degli ultimi, degli emarginati, viene vessato. Quel Papa che ha deciso di stare a fianco della guardia, del portinaio, del curato, di scendere dal palazzo per mangiare con le persone comuni. È dei giorni scorsi la notizia dei commenti ricevuti sui social da Papa Francesco: “Schifoso”, “Vai a fan..lo”, “Vai a cag..e”, “Blasfemo”. Per quale motivo? Perché ha deciso di riportare le parole e gli atteggiamenti di quel Signore, Cristo, che predicava la carità come amore nei confronti degli altri, tutti gli altri, e che permette di realizzare la più alta perfezione dello spirito umano. Diversi sono i passi che glorificano il bene per gli altri nel cristianesimo: dal vangelo secondo Matteo (Marco 12,28-31) alla lettera di San Paolo ai Corinzi (13,1-13).
Papa Francesco a cena con i poveri. Fonte: Santegidio.org
Per Papa Francesco “bisogna soccorrere e salvare, perché siamo tutti responsabili della vita del nostro prossimo, e il Signore ce ne chiederà conto al momento del giudizio”. Ed un commento è stato come una ghigliottina: “non abbiamo lo stesso Dio”. Un commento duro, freddo. Indicante che una parte di cattolicesimo, oggi, non ascolta più gli insegnamenti del messaggero di Dio pur citandolo continuamente, sfoderando crocefissi ai comizi, santini e viaggi santi. Utilizza i simboli e ne cancella il messaggio: da pace, carità e speranza a odio, egoismo e divisione. Come spesso è accaduto e come accade tutt’oggi, la religione è stata strumentalizzata da una parte di popolazione per fini contrari ai principi originari.
È accaduto nell’Islam con il califfato dell’Isis, nel buddhismo con le persecuzioni musulmane e cristiane in Birmania, nell’induismo con la lotta all’islam e la vessazione delle classi più povere in India, nell’ebraismo con i bombardamenti degli ultimi in Terra Santa. Vicino a noi la strumentalizzazione del cristianesimo ha fatto nascere muri in Europa, barche piene di disperati lasciate in mezzo al mare, persone che si rifiutano di stringere la mano come segno di pace agli stranieri in chiesa e infine persone che chiamano scimmia una madre nigeriana che ha appena perso un figlio.
C’è ancora molto da fare. C’è bisogno di molta riflessione e approfondimento. In primis è necessario staccarsi dai messaggi fuorvianti e apprendere ciò che i messaggi più puri delle religioni o delle filosofie di vita vogliono trasmettere.
Rispetto al bene del prossimo, l’ebraismo ha il Grande comandamento nel Levitico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. La carità (Zedaqah) è una forma di anche molte altre religioni o filosofie di vita. Per l’islam vale lo stesso principio e la carità (Zakat) è uno dei cinque pilastri fondamentali. Nel buddhismo la compassione (Karuna) è una tra le verità fondamentali. Generata dalla benevolenza verso gli altri, si realizza mediante la generosità sia materiale, sia immateriale. Così anche molte altre religioni o filosofie di vita.
Informarsi, riflettere, apprendere. C’è ancora molto da fare per il bene comune. Ognuno ha il dovere si interrogarsi su quali potrebbero essere le piccole azioni che ognuno di noi ha il potere di compiere per migliorare almeno il luogo in cui vive e in cui vivono persone in difficoltà.
Una speranza esiste: pare che già nel 2019 qualcosa si sia mosso. Secondo Kenneth Roth di Human Rights Watch, quest’anno non sembra essersi delineato per la continuazione di tendenze autoritarie ma piuttosto per la crescente opposizione alle stesse.
Secondo il direttore esecutivo dell’Ong internazionale, “questo respingimento potrebbe essere visto negli sforzi per resistere agli attacchi alla democrazia in Europa, prevenire un bagno di sangue in Siria, assicurare alla giustizia gli autori della pulizia etnica contro i musulmani rohingya in Birmania, fermare i bombardamenti guidati dai sauditi contro i civili yemeniti, difendere il divieto di armi chimiche”.
Un’oasi di speranza in un deserto arido. Nella speranza (e nel tentativo concreto di ciascuno) che il vero messaggio delle religioni si realizzi.
Gialal al-din Rumi. Fonte: inattivo.info
Un pensiero va anche ai 7 Patrioti italiani che, il 28 dicembre 1943, vennero fucilati dagli invasori nazifascisti a Reggio Emilia. Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore Cervi.
Anche loro, al loro tempo, furono portatori di speranza per un paese spiritualmente e materialmente in rovina.
Lettura consigliata: A Christmas Carol, in Prose. Being a Ghost-Story of Christmas di Charles Dickens.