A cura di Luca Martinengo
Ben ritrovati cari lettori e lettrici, mancavo da un po’ dal nostro Blog, ma eccomi qui, pronto a raccontarvi ancora qualcosa di “leggero”. In questi giorni in cui si parla di MES, di manovre, di freddo, scelgo di essere un pochino nostalgico e di parlarvi di che fine hanno fatto alcuni ex calciatori che hanno deciso di abbandonare il campo da gioco per dedicarsi ad altro. In particolare cercherò di informarvi sugli ex giocatori africani che hanno abbracciato, o hanno intenzione di abbracciare, l’idea di diventare politici nei loro paesi di origine. Già in passato vi avevo raccontato dell’attuale Presidente della Liberia, George Weah in un articolo ad hoc, ebbene, oggi ho deciso di allargare il campo e, pur non essendo di fede neroazzura, scelgo di partire da quello più fresco, dall’ex inter McDonald Mariga Wanyama, kenyano di 33 anni.
Mariga, che ai più può suonare un nome come un altro, era un centrocampista veloce, resistente, con ottime doti di intercettazione, impostazione di gioco e corsa che ha costruito la carriera tra Italia e Spagna. In particolare ha giocato per Parma, Latina, Cuneo, Real Sociedad, Real Oviedo e, soprattutto, per l’Inter. Nel 2010 McDonald vinceva tutto con l’Inter di José Mourinho, anche se nel ruolo di comparsa.
Nove anni più tardi, rimasto svincolato alla soglia dei 33 anni, il centrocampista ha deciso di cambiare vita e tentare l’avventura politica, candidandosi per un seggio parlamentare a Kibra, uno dei più grandi bassifondi di Nairobi. La sua candidatura è stata sostenuta dal presidente Uhuru Kenyatta, dal suo vice William Ruto, entrambi personaggi piuttosto controversi, accusati in passato dalla Corte Penale Internazionale di violazione dei diritti umani in occasione delle proteste scatenate dal voto del 2007, e dal partito nazionalista Jubilee Party.
McDonald Mariga Wanyama (https://www.standardmedia.co.ke/article/2001345918/mariga-faces-new-petition)
Il programma politico di mister Mariga è stato un mezzo mistero, nel senso che durante i comizi elettorali non ha mai specificato nel particolare su cosa volesse intervenire, limitandosi a dichiarare che “I nostri figli dovrebbero andare a scuola e noi faremo in modo che accada. Garantirò anche un aumento dei profitti per gli imprenditori, creando nuovi posti di lavoro”.
L’obiettivo di McDonald era quello di prendere il posto di Ken Okoth, ex parlamentare proprio di Kimbra, morto nel mese di luglio a seguito di un cancro al colon. Si puntava molto sulla popolarità dell’ex Parma, cercando di emulare la carriera politica di altri calciatori kenyani come Charles Mukora, Chris Obure e Joab Omino eletti in Parlamento con le elezioni passate.
Non tutto è oro ciò che luccica, Mariga, infatti, ha subito anche degli atti ostili: la sua macchina è stata presa a sassate e le gomme sono state date alle fiamme sotto un cartellone che ritraeva il suo volto sorridente.
Nonostante molte testate giornalistiche italiane sostenessero che fosse il candidato numero uno, il più papabile, il favorito, McDonald, alle elezioni del 7 novembre 2019 ha amaramente perso, lasciando la scena a Imran Okoth, rappresentante del partito ODM, principale partito d’opposizione presieduto da Raila Odinga.
Nonostante la sconfitta l’ex Latina ha voluto ringraziare personalmente i suoi sostenitori, dichiarando anche la sua intenzione di rimanere nel campo politico per presentarsi alle prossime elezioni del 2022 più carico che mai.
Mariga che fa un selfie con i sostenitori (https://nairobinews.nation.co.ke/news/mariga-returns-to-kibra-thanks-residents-for-their-support)
Mariga non è l’unico ex calciatore che, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ha cercato di intraprendere l’avventura politica. Oltre al già nominato, attuale Presidente della Liberia, George Weah è interessante citare l’ex Liverpool Titi Camara che è riuscito ad essere nominato nel 2010 Ministro dello Sport della Guinea nel governo Alpha Condé ma che dopo un paio di anni è stato sfiduciato.
Altro esempio, in questo caso più un annuncio che una come vera e propria scesa in campo, è El Hadji Diouf indimenticato eroe del mondiale 2002 con la maglia del Senegal, che ha dichiarato in un’intervista dello scorso anno che “…dopo aver pensato al calcio per molti anni è arrivato il momento di dedicare del tempo alla famiglia ed a me stesso. La nuova carriera verterà sulla politica. Questa decisione, evidenzia l’ex Bolton, è stata presa perché ci sono persone che stanno aspettando che io cambi le cose nel mio Paese ed io non posso che essere pronto a farlo: voglio essere il soldato dei più giovani” . Diouf ha continuato sottolineando che “nei prossimi due anni mi dedicherò alla politica perché mi appassiona e perché molti senegalesi sono in grado di ascoltarmi. Ho frequentato i corsi di allenatore, ma ho preferito non continuare su quella strada perché ho in mente cosa voglio fare”.
In generale, il sentimento che cresce all’interno degli ex campioni che tornano in vesti politiche nel loro paese è quello di aiutare coloro che li hanno sostenuti e senza i quali non avrebbero raggiunto la popolarità, cercare di mettersi al servizio della gente.
Il candidarsi alle elezioni nel proprio Stato ha però un rovescio della medaglia: se, da una parte, cavalcando l’onda della popolarità acquisita, l’ex calciatore può essere la “punta di diamante” del partito con cui decide di schierarsi, dall’altra parte questa popolarità, è inevitabile, prima o poi dovrà venire meno e quindi si rischia di diventare “uno qualunque” facendo crollare i consensi. Un bell’azzardo che però molti, come abbiamo visto, accettano di correre.
Chissà se, prima o poi, anche Didier Drogba e Samul Eto’o, autentici totem del calcio africano e vincitori entrambi della Champions League, scenderanno in campo rispettivamente in Costa d’Avorio e in Camerun. Quel che è certo è che la loro fama, anche oggi che è passato un po’ di tempo dal loro ritiro dal calcio giocato, è immutata.
Ai posteri l’ardua sentenza.