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Appunti di Cooperazione Internazionale

SABUN, il romanzo sulla Palestina che non c’era

“Nablus, 1987. Al centro della città vi è un piccolo saponificio. Abu Imran, il proprietario, produce sabun (saponi) con passione e dedizione. Ha tre figli maschi e una figlia, Asia. Proprio lei, tramite la sua voce, intrecciata a quella di altri personaggi secondari, ci racconterà una storia che lascia spesso senza sospiro. Sullo sfondo di una Palestina martoriata, la sua amicizia con Leila è portante (…)

Asia non sa che il 1987 è l’anno in cui la sua vita cambierà. Prima di quell’anno, la sua amicizia con Leila era splendida, il saponificio del padre portava avanti la famiglia e i giorni scorrevano sereni, nonostante l’occupazione. Ma a causa di un segreto tra le due amiche, a causa della loro incoscienza, della loro innocenza, faranno un errore. Questo le porterà a vivere un dramma, che cambierà tutto. Sullo sfondo di una Nablus in cui la produzione del sabun -sapone- è portante, un racconto che s’intreccia con l’attualità della storia palestinese, un romanzo che toglie il fiato.”

sabun cover

Nablus ai tempi della prima Intifada, la famiglia Al Shamali ed il sabun:                 sono questi i tre fili conduttori di “Sabun” (Zambon editore, 2019), il primo romanzo scritto da Alae Al Said. Alae, che ho avuto il piacere di intervistare durante la presentazione del libro alla Festa di Radio Onda d’urto, è nata a Roma da genitori palestinesi e attualmente residente a Milano, dove studia Scienze politiche e Relazioni internazionali.

A dispetto di quanto siamo abituati a leggere quando ci interessiamo a quella parte di mondo, “Sabun” si porta addosso due tratti unici e distintivi: è un romanzo ed è originariamente scritto in italiano.                                                                                “Romanzo” è l’unica parola in maiuscolo che troviamo sulla copertina di Sabun, quasi ad indicare quel percorso tra realtà e finzione che accompagna il lettore durante l’intera narrazione. Ed è proprio questo che ti porta a mangiare le pagine del romanzo: la verve narrativa di Alae, il suo tocco dolce e familiare favorito anche dal fatto che la scrittrice pensa, parla e scrive nella stessa lingua di chi ad oggi lo legge.

Alae è capace di far entrare il lettore in un ambito iper-reale e poi ritirarlo fuori, quasi a dire: “questa è la loro storia, unica ed irripetibile forse perché simile a molte altre”.

“SABUN è un romanzo che parla di Palestina,
E parlando di Palestina, parla di occupazione.
Di un’occupazione così feroce che sfida qualunque essenza della vita quotidiana.
Di un’occupazione che sfida l’amicizia
E di un’amicizia che di rimando, sfida l’occupazione.
Di un’occupazione che sfida l’amore
E di un amore che a sua volta, sfida l’occupazione.
Di un’occupazione che sfida la famiglia
E di una famiglia che senza altra scelta, sfida l’occupazione.
Di un’occupazione che sfida un albero d’ulivo, una fabbrica di sabun e l’identità palestinese stessa.
È un romanzo che sfida le vostre conoscenze, le vostre coscienze e che sfida le vostre emozioni.”

Sabun non è ispirato ad una storia vera come spesso si legge nei trailers dei film made in Hollywood: Sabun è ispirato a alla storia di un popolo che ha 12 milioni di storie tra quelle ancora in Palestina e quelle oggi in esilio in giro per tutto il mondo, compresa la storia stessa di Alae. Ed è proprio nelle radici di questo esilio che troviamo il valore aggiunto di un libro, pensato e scritto in italiano con l’introduzione di diversi termini arabi “intraducibili” nella nostra lingua, che è accessibile per tutti i lettori e le lettrici, al di là della formazione specifica sul tema.

Sabun ti accompagna per mano durante un’esperienza che parte da Nablus nel 1987 ed arriva sulle nostre “coste della felicità” al giorno d’oggi, lasciandosi dietro una scia che sa di olio e sapone, di labbre carnose, occhi scuri e sorrisi sognanti.

Alae Al Said presenterà Sabun il 15 novembre al Milano Book City presso la Casa delle Associazioni e del Volontariato Municipio 1, mentre il 30 novembre sarà al Circolo del Monco di Brescia.

 

 

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