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Appunti di Cooperazione Internazionale

Storytelling ai tempi di Netflix: come le serie modellano realta’

A cura di Federica Facchinetti

 

Prima di iniziare questo articolo sento necessaria una precisazione: premetto e ammetto una deformazione sentimentale verso il mondo mediorientale, e tutto quello che qui condivido e’ frutto di riflessioni assolutamente parziali e personali.

Ho recentemento visto la mini serie Netflix ‘’The Spy’’, incentrata sulla vicenda di Eli Cohen, spia israeliana attiva in Siria negli anni ‘60. Questa serie mi ha suscitato varie riflessioni in merito alla potenza del linguaggio e della narrazione. Se e’ vero che sapere e’ potere, appare evidente quali siano i rischi e le potenzialita’ che i media maneggiano attraverso lo storytelling: dove la narrazione si sovrappone alla realta’, le fake news trovano il loro spazio di credibilita’.

La comunicazione non e’ piu’ volta a descrivere la realta’, bensi’ a determinarla: la narrazione che un media offre di un particolare argomento e’ oggi capace di direzionare l’opinione pubblica in modo importante. L’idea che sta alla base della pubblicita’ e’ esattamente questa, ma la capacita’ di persuasione spazia a tutti gli ambiti della vita, dai beni di consumo alla politica, dalla gestione delle aziende alla preparazione alla guerra.

Le serie stanno trovando la loro epoca d’oro proprio adesso, perche’ alimentano il mondo della fantasia, in cui ognuno puo’ trovare quello che piu’ gratifica i propri immaginari, e li avvicina alla realta’. La passivita’ dell’immagine su video non richiede un rimando di realta’, ma semplicemente mira a diventarla.

‘’The spy’’ e’ scritta e diretta da Gideon Raff, regista israeliano di stanza a Los Angeles diventato famoso per la serie ”Homeland”.
Eli Cohen aveva origini egiziane, ma una volta espulso dall’Egitto per il suo attivismo politico filo sionista, si stabilisce in Israele. Qui, dopo un iniziale rigetto della sua candidatura, viene reclutato dai dervizi segreti israeiani, il Mossad, appositamente per una missione di infiltrazione in Siria.

Innumerevoli sono i rimandi ad una presentazione scimmiottesca della cultura araba, priva di ogni legame di lealta’ verso il proprio paese, e di senso del pudore. Gli ambienti degli alti ranghi militari siriani sono caratterizzati da corruzione e nepotismo, una marcata incompetenza e ignoranza, dediti a festini, alcool e prostitute.

Al contrario i personaggi israeliani vengono presentati come portatori di valori positivi: sempre pacati e ligi al dovere, devoti alla famiglia e alla patria (una su tutti la moglie del protagonista, tipico angelo del focolare). In nessun caso vengono presentate scene moralmente inopportune o ambigue in riferimento alle ambientazioni israeliane.

Non voglio spingermi in analisi politiche che non mi competono, mi limito solo a concludere due suggestioni, volutamente aperte e che spero spingano qualcuno ad approfondire e guardare con maggiore consapevolezza i prodotti commerciali che ci evngono offerti dal mercato attuale:
la prima: c’e’ stata una pianificazione del tempismo di uscita di questa serie, a settembre 2019, in concomitanza con le elezioni politiche in Israele che hanno sancito una profonda frammentazione della societa’ civile israeliana? Forse riportare all’attualita’ un eroe nazionale vuole proprio ricompattare la societa’?
la seconda: con tutti i limiti e le liberta’ che una serie ispirata ad accadimenti reali si puo’ prendere, da un punto di vista etico, e’ giusto sacrificare una porzione di storia, o accentuare alcuni aspetti e celarne altri, per rendere la narrazione piu’ accattivante?

2 commenti su “Storytelling ai tempi di Netflix: come le serie modellano realta’

  1. wwayne
    14 ottobre 2019

    A proposito di serie tv, questa è una vera bomba: https://wwayne.wordpress.com/2011/02/02/una-rosa-nel-deserto/. L’hai mai vista?

    "Mi piace"

  2. Pingback: La moda passa, lo stereotipo resta. Visti da fuori, un Paese in cartolina | Leggerò Leggero

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Questa voce è stata pubblicata il 13 ottobre 2019 da in comunicazione con tag , , , , .
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