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Appunti di Cooperazione Internazionale

Motocross e mototerapia: “fare del bene è la cosa più Rock’n’Roll che ci sia!”

A cura di Stefano Remuzzi

“Chi più in alto sale più lontano vede, chi più lontano vede più a lungo sogna”.

Mi piace iniziare con questa frase di Walter Bonatti – storico alpinista bergamasco – per raccontarvi una storia di un altro atleta che ha fatto della sua passione la sua vita.

Lo scrivo in questo Blog perché cooperazione non è soltanto emergenza, conflitto, sviluppo, diritti, minoranze, religione…ma anche quotidianità, è vita di tutti i giorni ed è vita vissuta. Anzi forse è più questo che altro.

In queste poche righe cercherò di raccontarvi la storia di un personaggio che ho conosciuto un po’ di anni fa e che con me condivide una passione, quella del motocross: Vanni Oddera.

Vanni Oddera in uno delle sue performance

Forse alcuni di voi ne hanno già sentito parlare, o quanto meno chi ha come passione il fuoristrada. Oddera nasce infatti come pilota di motocross passando poi al freestyle motocross. Avete presente quei tipi che si lanciano su rampe e spiccano il volo facendo evoluzioni incredibili con la moto? Ecco lui è uno di quelli.

Ha una vita decisamente particolare sotto diversissimi punti di vista.

Nasce nel 1980 a Pontinvrea, un piccolo comune in provincia di Savona. Fin da primi anni della sua vita dimostra delle attitudini senz’altro originali per un bambino.

Ama il bosco e ci passa le giornate, il suo primo amico è un cinghiale a cui dà il nome di Scheggia, cresce in un contesto sociale diverso dal solito che definirei “bucolico”. Rapporto conflittuale con il padre, spesso assente ma per ragioni di lavoro e un legame viscerale con il nonno – sempre il primo a sostenere le sue passioni.

Fin dai primi anni mostra un’attitudine al rischio e al pericolo non comune (per sfida con suo fratello si taglia un pezzo di lingua) e una passione straordinaria per i motori.

Particolare è anche la sua fisicità. All’età di dodici anni scopre di essere affetto da “situs inversus”, patologia che caratterizza le persone che hanno la posizione degli organi invertita. Cuore a destra, fegato a sinistra e via dicendo. Tutto ciò non frena il suo spirito e la sua voglia di saltare.

Inizia con gare di motocross per poi passare al freestyle diventando uno dei migliori freestyler professionisti.

Solitamente a fine estate fanno un contest al campo da calcio di Gorle, in provincia di Bergamo! Andate a vederlo!

Sintetizzando al massimo alcuni passaggi della sua vita, che potete trovare nel suo libro “Il Grande Salto” arriviamo ora alla parte che ci interessa maggiormente. La mototerapia.

Che cosa è? È molto semplice, la mototerapia è un modo diverso di far sentire meglio le persone malate. Nel caso specifico di Vanni Oddera i bambini con disabilità o malati di cancro. La mototerapia non è una sostituzione alle cure tradizionali, ma è un valore in più, un modo di guarire la depressione e la sfiducia che spesso ti coglie nei momenti più duri della vita.

Vanni Oddera in Ospedale

Con la sua moto entra negli ospedali, carica in sella i ragazzi e gira per le corsie dell’ospedale in moto da cross (elettrica all’occorrenza).

I ragazzi cambiano espressione quando montano in sella, forse per un attimo dimenticano la loro malattia, la lasciano sul letto dell’ospedale per qualche minuto, e salgono in moto.

Far stare meglio le persone attraverso le proprie passioni che diventano passioni anche degli altri. Come chiamare questo se non cooperazione? Magari non internazionale, magari locale. Ma altro non è che cooperazione, forse nel suo senso più alto e ampio. Cooperazione intesa come scambio, come disponibilità, come sforzo e sacrificio, come fiducia e tenacia; cooperazione come relazione e sfrontatezza. Abbiamo mille bellissimi articoli in questo blog che parlano di cooperazione. Ma ne abbiamo riscoperto il senso? Io lo ritrovo qui, in queste azioni, semplici ma efficaci; un’idea, un bambino, una moto, niente di più e niente di meno, per un regalo che forse non curerà il fisico ma di certo la mente.

“Il grande salto” si intitola il Libro di Vanni, un salto che non tutti sono capaci di fare, un salto che ti porta al di là del tuo seminato, un salto che ti porta dall’altro, un salto che è una sfida contro la gravità che ti costringe a terra e spesso ti schiaccia facendoti dimenticare che “chi più in alto sale più lontano vede, chi più lontano vede più a lungo sogna”.

E come dice Vanni Oddera: “Fare del bene è la cosa più Rock’n’Roll che ci sia!”

 

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