A cura di Luca Martinengo
Gentili lettori, ben ritrovati. Chi mi conosce, lo sa, che ho una grande passione per il calcio, sia giocato che non, e quindi non potevo esimermi dallo scrivere un pezzo su un personaggio conosciutissimo nel mondo del pallone che nell’ultimo periodo ha riempito le pagine dei giornali e dei social. Oggi cercherò di raccontarvi in maniera “leggera” della Liberia e del suo nuovo presidente, George Weah.
La Liberia è uno stato dell’Africa occidentale che confina con Sierra Leone, Guinea e Costa d’Avorio. L’origine dello Stato si deve all’iniziativa di una società filantropica americana, l’American Colonization Society, che negli anni Venti dell’Ottocento decise di fondare un insediamento, denominandolo Monrovia in onore del presidente americano James Monroe, da consegnare agli ex schiavi neri americani. Nel luglio 1847 questa nuova entità si dichiarò indipendente, assunse il nome di Liberia e si dotò di una costituzione molto simile a quella statunitense, riservata esclusivamente agli ex schiavi, mentre gli indigeni, già abitanti in quella zona, ne erano esclusi. L’influenza americana divenne un vero e proprio vincolo di dipendenza che sfociò nello sfruttamento del caucciù.
Bandiera dell Liberia, http://www.bandiere-mondo.it/liberia consultato il 20/02/2018
Solo dagli anni Quaranta del ‘900 si ebbe una timida apertura ad una politica verso la popolazione autoctona, cercando di svincolarsi dalla “presenza estera”, venne, infatti, esteso il diritto di voto a tutti i cittadini.
Negli anni Settanta si assistette invece a numerose rivolte e scioperi dovuti alla crisi dei prezzi delle materie prima. Questa fase di destabilizzazione economica diede il là, nel 1980, ad un colpo di Stato posto in essere da Samuel K. Doe che salì al potere abrogando la costituzione, dando inizio ad una forma di governo fortemente autoritaria. Nel 1989 si ebbe una ribellione contro questo regime guidata da Charles Taylor, legato agli interessi dell’industria dei diamanti, che portò il paese ad una guerra civile. Il tutto si placò grazie ad interventi internazionali (ECOWAS ed ONU) che nel 1997 portò ad elezioni vinte da Taylor stesso.
Nel 2003 Taylor, a seguito di accuse di crimini di guerra in Sierra Leone, si dimise e abbandonò il paese. Le insinuazione mosse nei confronti dell’ex presidente si rivelarono veritiere tanto che ci fu un processo nei suoi confronti presso la Corte Internazionale dell’Aia.
Nel 2005 si impose come capo di stato Ellen Johnson Sirleaf, prima donna africana a ricoprire tale ruolo, che puntò su un grande rilancio dell’economia adottando una politica di riconciliazione del paese dopo anni di violenze. A questo scopo nel 2006 fu istituita una Commissione per la Verità e la riconciliazione. Nel 2011 Ellen Johnson Sirleaf ricevette il premio Nobel per la Pace.
Dopo aver fatto una breve descrizione della storia della Liberia, passiamo ad inquadrare la figura di Weah.
George Tawlon Manneh Oppong Ousman Weah, nato a Monrovia il 01 ottobre 1966, prima di intraprendere la carriera politica fu un grande calciatore. Un vero attacante, capace di unire insieme potenza, tecnica e fiuto del gol. Memorabile è una sua rete contro il Verona a San Siro l’8 settembre 1996, dove fece un coast-to-coast incredibile, driblando gli avversari come fossero birilli. L’anno più importante fu però il 1995 quando vinse il Pallone d’oro (uno dei premi più prestigiosi a livello individuale nel mondo del calcio), il FIFA World Player ed il premio di Calciatore africano dell’anno. Quattro anni dopo l’IFFHS (Federazione internazionale di Storia e Statistica del Calcio) lo nominò giocatore africano del secolo.
George Weah nel 1995 con il Pallone d’Oro, http://gds.it/2014/12/28/lex-milanista-weah-eletto-senatore-in-liberia-col-78-dei-voti_287006/ consultato il 20/02/2018
Dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2002, Weah iniziò il suo percorso politico diventando una figura umanitaria all’interno del suo paese. Nel 2004 annunciò la sua candidatura per le elezioni presidenziali in Liberia con il CDC (Congresso per la Democrazia ed il Cambiamento), perdendo poi il ballottaggio del 2005 contro l’economista Ellen Johnson Sirelaf.
Dopo aver trascorso del tempo negli Stati Uniti dove studiò business administration, conseguendo anche la laurea, tornò in Liberia nel 2009 per rendersi utile al suo partito e per sostenere la candidatura di Winston Tubman, che risultò però sconfitto alle elezioni.
Nel 2014 fu eletto al Senato nel seggio della contea di Montserrado, sconfiggendo Robert Sirelaf, figlio della presidente Ellen Johnson Sirelaf.
Nel 2016 dichiarò di volersi ricandidare per le elezioni presidenziali del 2017. Dopo aver ottenuto al primo turno il 38,4% dei voti, vinse il ballottaggio contro Joseph Boakai, fino ad allora vicepresidente della Liberia, nel dicembre 2017.
Il 22 gennaio 2018 Weah entra in carica ufficialmente come venticinquesimo Presidente della Liberia.
Manifesto di George Weah presidente, http://www.starpolitics.it/tag/george-weah/ consultato il 20/02/2018
Il programma politico del nuovo Presidente punta sull’aumento della spesa pubblica favorendo gli investimenti sull’educazione e sulla sanità. Importante per Weah è anche la possibilità di crescere economicamente attraverso l’esportazione di colture avviando e sostenendo programmi agricoli che possano portare alla creazione di posti di lavoro oltre che rafforzare i rapporti con paesi limitrofi quali ad esempio il Ghana. Cruciale sarà anche la diversificazione dell’economia, ancora ferma all’attività estrattiva. Il nuovo presidente ha anche promesso la creazione di nuove strade portando anche l’elettricità e l’acqua nelle case.
Da registrare anche qualche piccolo malumore nei confronti del nuovo presidente, accusato di eccessiva disinvoltura nel tessere alleanze. A questa voce si veda la decisione di nominare come vicepresidente Jewel Howard Taylor, ex moglie di quel Charles Taylor, già dittatore e condannato a 50 anni di reclusione per crimini di guerra commessi in Sierra Leone. La Taylor pochi anni fa si rese famosa al mondo per aver proposto, da senatrice, la pena di morte per gli omosessuali, proposta poi bloccata dall’allora presidente Sirleaf.
Sperando di non avervi annoiato troppo e sperando che voi siate arrivati fino a questo punto, non mi resta che augurare un buon lavoro al nuovo presidente, che possa fare il bene della Liberia.
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