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Appunti di Cooperazione Internazionale

Charles Darwin aveva ragione

A cura di Omero Roberto Nessi

Conoscete la sensazione che si prova quando pioviggina, e il tergicristallo incomincia a stridere sul parabrezza? La pioggerella offusca la visuale, ma il tergicristallo non ha mai la velocità adeguata per pulire il parabrezza, e, al contempo, non fracassare gli zebedei. Questa è la situazione. Già problematica di per sé. Aggiungiamo che: “due gocce di pioggia e il traffico va in tilt!”. Venti minuti per raggiungere il semaforo, che dista 100 metri, e scopro il motivo dell’ingorgo. Semafori verdi e rossi, macchine ovunque, destra sinistra, davanti, dietro l’incrocio. Scatta il verde e tutti si muovono di un millimetro, il giusto per bloccare l’incrocio. Scatta il rosso e le altre macchine si muovono di un millimetro, il giusto per bloccare noi. Io, che al “nostro verde” non mi sono mosso, perché sarei rimasto bloccato in mezzo all’incrocio, nel momento in cui scatta il rosso, mi sono beccato sinfonie di clacson e insulti inenarrabili, perché non mi muovo. Non preoccupatevi della mia autostima, nemmeno io sono un’educanda.

Una pura coincidenza che tra pochi giorni cada la ricorrenza del Darwin Day. Alla sua teoria sull’evoluzione della specie, la mia mente, in situazioni come questa, corre con non poche perplessità.

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Caricatura di Darwin raffigurato come scimmia tratta  da wikipedia

Al di là di battute, più o meno intelligenti, resta il fatto che, con il trattato di Charles Darwin “Origine delle specie per mezzo della selezione naturale , la comunità scientifica ha iniziato il lungo percorso, non ancora terminato, della sua emancipazione dai dogmi delle religioni.

Non è un segreto che la teoria evoluzionista si contrapponga a quella creazionista, sia oggi sia, soprattutto, nell’epoca in cui Charles Darwin l’ha formulata. I fronti si sono schierati, nelle varie epoche sino a oggi, su posizioni che mi ricordano due altalene affiancate che oscillano in senso opposto e con velocità differenti.

Credo di poter dire che la teoria evoluzionista abbia delle solide basi fornite dalle osservazioni sperimentali e dai relativi dati rigorosi ottenuti. Per quanto riguarda la teoria creazionista esiste il principio della fede, che non può essere discussa. E’ anche vero che una non esclude l’altra aprioristicamente. Per questo motivo il dibattito è abbondantemente aperto.

Per quanto sia nell’immaginario collettivo una teoria affermata, è impressionante il fatto che sia stata pensata prima, formulata poi, in un periodo qual’era quello di fine diciottesimo secolo; sia sotto il profilo culturale e sociale, in cui la religione permeava ogni aspetto della vita della comunità, sia sotto il profilo scientifico, in cui la genetica e l’ereditarietà non avevano ancora visto la luce.

In 158 anni circa di storia della teoria darwiniana, come per tutte le teorie scientifiche, filosofiche e via dicendo, si sono susseguite interpretazioni, per così dire, più o meno libere. Strumentalizzazioni di volta in volta, da una parte e dall’altra, in funzione degli interessi individuali di quella o di quell’altra parte.

Una lettura rigorosa e autentica dimostra quanto sia limpido l’obiettivo di Charles Darwin. Escludere un impianto finalistico della natura. La natura non ha un fine, che persegue un disegno superiore agli esseri viventi. La natura è l’ambiente in cui gli individui vivono, nulla di più. Ogni entità, vegetale e animale sopravvive e procrea in funzione delle proprie caratteristiche compatibili con l’ambiente che lo circonda. Non si leggono giudizi di valore.

Questo è uno dei punti fondamentali sui cui è stato maggiore lo scontro con i dogmi religiosi. In un’ottica in cui il bene vince sempre sul male, alla fine, non può avere spazio una teoria che sgretola completamente questo principio base di ogni credo religioso.

Sebbene nel lessico comune il termine evoluzione abbia una connotazione positiva, auspicabile eticamente e culturalmente, in biologia si intende un semplice cambiamento. E’ positivo sotto il profilo della sopravvivenza, certamente, ma non per forza dell’etica e aggiungo dell’estetica.

Comparazione del cranio di diverse specie di Primati, incluso l’uomo moderno (Museum of Comparative Zoology, Università di Harvard) tratta da Wikipedia

Chi sopravvive all’ambiente non è né il migliore, né il più intelligente. Chi sopravvive all’ambiente non è chi è talmente bravo da adattarsi. Non ci sono buoni o cattivi. Esistono individui che per mera casualità, dovuta a processi, oggi sappiamo genetici, che hanno fatto in modo di fornire a essi caratteristiche compatibili con l’ambiente in cui sono nati, che sopravvivono e si riproducono, formando colonie.

Una delle più fraintese, più o meno volutamente, parti della teoria di Darwin è stata quella della Speciazione ovvero il processo evolutivo, improvviso o adattivo, che porta alla generazione di una nuova specie, tanto le differenze con i progenitori sono elevate. Tale processo, rigorosamente descritto, non può essere né confuso né accomunato con la teoria delle razze se non a una parziale e omissiva lettura. In primo luogo per i motivi che ho già descritto sulla connotazione neutra del termine evoluzione. In secondo luogo perché partendo esattamente dalla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin si evince che le variazioni dei caratteri tra persone della stessa comunità e tra persone di origini geografiche, pur lontane fra esse, non risultano sensibilmente diverse in quantità e varietà le une dalle altre. Affermazioni validate scientificamente dalla genetica del ventesimo secolo.

In buona sostanza le razze umane non esistono. Charles Darwin ha avuto molti meriti riguardo al suo lavoro scientifico. Voglio sottolineare il fatto che ha piantato il seme per un mondo migliore, dove ogni essere vivente ha diritto di esistere, senza differenze morali ed etiche. A noi il compito di farne crescere la pianta, il più rigogliosa possibile. A noi il compito di curarla con amore e perizia. A noi il piacere di coglierne i frutti.

Il contributo dato dalla teoria di Darwin alle principali domande che fanno scervellare sia filosofi di tutti i tempi (chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo) è tale da spiegare l’istituzione, nel mondo anglosassone, di questa ricorrenza, dopo la sua morte, nel 1882.

In Italia si registrano eventi in concomitanza dell’anniversario della data della sua nascita, appunto il 12 febbraio, dall’anno 2003 circa. Alcuni degli eventi del 2018 si possono visionare sul sito Darwin day 2018 .

E’ sufficiente digitare su un qualsiasi motore di ricerca “darwin day italia 2018” per ottenere un numero cospicuo di siti ed eventi da visionare.

 

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Questa voce è stata pubblicata il 9 febbraio 2018 da in diritti umani, Massa-Individuo, Storia con tag , , , .
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