a cura di Federica Facchinetti
Alle prese con i drammi sociologici della nostra epoca, quali gli haters, l’incapacità di distinguere la realtà dalla realtà virtuale, le parole scritte senza pensare alle conseguenze, i cyber bulli, risulta quasi impossibile credere che un secolo fa, dei giovani poco più che adolescenti, si fossero resi protagonisti di un’azione diametralmente inversa ed eccezionale.
La vigilia di Natale del 1914, precisamente lungo il fronte occidentale di combattimento della prima Guerra Mondiale, quando il conflitto divampato da pochi mesi si era già trasformato in una ferocissima guerra di trincea, successe qualcosa di assolutamente inaspettato.
Sarà che con l’inverno arriva per tutti il tempo del Natale, che porta sempre con sé quell’atmosfera di calore e quel bisogno di focolare che per chi è lontano da casa ha sempre il retrogusto della malinconia.
The Illustrated London News, 9 Gennaio 1915. “British and German soldiers arm in arm exchanging headgear: a Christmas truce between opposing trenches”.
Ebbene i giovani soldati delle trincee nemiche tedesche e britanniche smisero di spararsi addosso e stabilirono una breve tregua, creando un dialogo a suon di canti natalizi che attraversava la terra di nessuno frapposta tra le linee, riuscendo a creare un clima di fiducia tale che i soldati si azzardarono addirittura a uscire allo scoperto.
Ciascuno poté seppellire i propri morti rimasti sul campo di battaglia, ci furono canti e preghiere e scambi di doni, addirittura una partita di calcio.
Ore, ma in alcuni casi anche giorni, di tregua non dichiarata, scaturita dal basso senza autorizzazioni e senza fronzoli, nel generale imbarazzo dei ranghi più elevati delle armate che non sapevano come gestire questa situazione.
Solo parecchie settimane dopo la notizia trapelò anche lontano dai campi di battaglia, dalle lettere dei soldati alle famiglie e dai media a cui era stato proibito far trapelare questi inauditi episodi di fraternizzazione tra nemici.
8 Gennaio 1915, copertina del Daily Mirror : la notizia della Tregua di Natale fa scalpore sulle prime pagine dei quotidiani.
Certo, episodi intollerabili in quanto il principio di ogni scontro è quello di togliere al nemico ogni “umanità”. Perché il nemico è una belva priva di principi e moralità, e in quanto tale indegno di alcun sentimento di pietà o comprensione.
E invece, pensa un po’ guardandosi in faccia questi giovani si resero conto che le differenze tra loro erano sorprendentemente poche: forse solo il colore della divisa.
La tregua di Natale viene ancora oggi ricordata come un evento simbolo di umanità e speranza, anche nei momenti più bui della storia. Si è prestato a varie trasposizioni cinematografiche e a racconti per bambini. Recentemente addirittura è stato riproposto in un controverso spot di una nota catena di supermercati inglese.
National Memorial Arboretum. Inaugurazione di un’opera in celebrazione della Tregua di Natale in occasione del centenario dell’evento, alla presenza del principe William.
Nonostante la facilità di movimento e i numerosi mezzi che agevolano la comunicazione, oggi l’incontro vis-a-vis sembra un evento insolito. Il “filtro” tra pensiero e parola che la reazione di un interlocutore può stimolare, è assente se questo interlocutore (lo schermo) riceve passivamente senza stimolare una messa in discussione delle proprie posizioni.
Oggi come ieri: eccola qui la trincea del nuovo millennio, da cui uscire per cercare il calore di incontri reali.