a cura di Martina Ramponi
“Un Paese capace di futuro
legge le risorse spese
per l’infanzia e l’adolescenza
come investimenti e non come costi.”
UNICEF
Martina ho fatto un incubo questa notte, ho avuto tanta paura…
Che cosa hai sognato E.?
Ho sognato che mi trovavano e mi venivano a prendere?
Chi ti veniva a prendere?
Quelli che mi hanno cacciato da casa, che volevano uccidermi e poi i soldati che mi hanno fatto tanto male in Libia, io ancora bambino, io tanta paura, qui non c’è mamma non c’è nessuno io solo…
E. è un ragazzo nigeriano alto, muscoloso, all’apparenza indistruttibile ma questa mattina seduto sul letto nei suoi occhi impauriti vedo un bambino che vorrebbe tanto riavere l’infanzia che gli è stata negata, riavvolgere il film della sua vita e riscriverlo.
Per chi come me ha la possibilità di lavorare tutti i giorni a contatto con questi ragazzi queste frasi gli sembreranno familiari. E. come tanti altri MSNA (minori stranieri non accompagnati) deve pensare a costruirsi un futuro in Italia, imparare la lingua, trovare un lavoro e mandare i soldi a casa, non ha tempo o meglio la leggerezza per poter vivere come un bambino o un adolescente, le responsabilità e il carico della vita adulta lo hanno travolto già da alcuni anni e questi ragazzi sono chiamati a rispondere non possono tirarsi indietro. Il viaggio per arrivare qui è stato faticoso, molti hanno rischiato la vita. Arrivati in Italia sono costretti a nascondere la sofferenza per poter continuare ad essere adulti ed essere responsabili delle loro scelte.
MSNA in cammino – photo by Martina Ramponi
I minori stranieri non accompagnati sono l’elemento più debole e vulnerabile del fenomeno migratorio che stiamo vivendo. I minori, più degli altri migranti, sfruttati e abusati in cambio del denaro necessario a compiere la traversata verso l’Europa, giungono in Italia in condizioni psicologiche e fisiche sempre più critiche: denutriti, spaventati, allo stremo delle forze mentali e corporali. Se ad emigrare è una minorenne la percentuale di rischio di abusi, stupri, violenze sessuali, di finire nel giro della prostituzione, aumenta sensibilmente, insieme a tutte le sue implicazioni. Molte vengono fatte giungere in Italia o altri Paesi dell’Europa con l’inganno e, sapientemente circuite, finiscono col vedere nella prostituzione l’unica ed indispensabile fonte di guadagno possibile.
Sono figli del mondo che il mondo rifiuta, l’unica speranza di famiglie diseredate dall’umanità, dimenticate, lasciati in balia di un destino crudele, nati nel posto sbagliato. Cresciuti tra gli orrori di questo mondo, tra un campo profughi e l’altro, in mezzo a infiniti conflitti, nella necessaria indifferenza della morte che si produce intorno, il loro viaggio diventa metafora materiale di un rito di iniziazione e di transizione, del passaggio cioè dal bambino all’adulto chiamato a farsi carico molto spesso delle esigenze della propria famiglia che sulla sua riuscita lavorativa ha puntato tutto.
Molte delle storie di questi ragazzi potrebbero avere questo stesso incipit “A quattordici anni ero già uomo. Avevo bruciato le tappe e attraversato tutte le linee di confine tra l’essere un bambino, un adolescente, un giovane e mi accorgevo di vedere la realtà con occhi diversi”. La riuscita del viaggio e dell’inserimento lavorativo è un evento importante tanto per il minore che giunge in Italia, quanto per il gruppo familiare che ha lasciato nel Paese di origine poiché nella maggior parte dei casi è alla base delle ragioni che hanno spinto il minore ad emigrare; cioè dai soldi guadagnati e inviati dipendono il sostentamento della famiglia e la restituzione del debito contratto per partire.
Molti di loro hanno poi un’immaginario distorto della realtà europea, pensano di trovare l’Eldorado quando arrivano in Italia, sperano di poter lavorare subito ma già dopo qualche settimana si rendono conto che il percorso non è ancora terminato e che impone altri sforzi per ottenere i documenti, imparare la lingua e infine ottenere almeno una licenza media per poter andare a lavorare come operai, camerieri e altre mansioni di questo tipo. Sono molti per fortuna i ragazzi che seguiti dal servizio sociale e dalle comunità di accoglienza riescono a raggiungere questo obbiettivo e avere almeno alcune carte per poter continuare questo difficile gioco di cui in parte sanno già bene le regole.
In 6 anni (1 gennaio 2011 – 31 dicembre 2016), i minori arrivati in Italia sono 85.937, 62.672 dei quali (il 72,9%) sono minori non accompagnati. Quasi il 60% di questi ragazzi e ragazze sono arrivati da soli 5 Paesi : 11.180 dall’Eritrea (il 17,8%), 8.281 dall’Egitto (il 13,2%), 6.245 dal Gambia (il 10,0%), 5.702 dalla Somalia (il 9,1%) e 4.947 dalla Nigeria (il 7,9%).
Tra i minori di queste nazionalità si riscontra costantemente negli anni un altissimo tasso di “fuga”: in media circa il 50% dei minori originari da questi paesi si rende infatti irreperibile, una percentuale che è andata ad aumentare soprattutto nell’ultimo anno. Report Save the children 2016
Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La data ricorda il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989, la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questa data per i MNSA è ancora più simbolica perché la loro infanzia è stata negata e la mia speranza è che possano riuscire a costruirsi una vita dignitosa che possa lenire la paura e le violenze subite per far posto ad un sorriso che in ogni caso non ha mai smesso di brillare sui loro volti perché la resilienza è la forza più grande di ogni bambino, adolescente, la forza di resistere alle avversità e andare avanti nonostante tutto, ed essere speranza per il futuro.
Vi consiglio se volete approfondire il tema dei MSNA questi interessanti reportage di Unicef e Save the Children, per essere più consapevoli e informati:
Fai clic per accedere a Bambini_Sperduti.pdf
Segnalo inoltre un interessante evento organizzato dall’Università cattolica di Milano il giorno 20-11-2017:
http://www.unicatt.it/eventi/evt-minori-stranieri-non-accompagnati-quale-tutela
http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/servizi/sociale/iniziative_e_progetti/milano_mondo