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Appunti di Cooperazione Internazionale

Traguardi e ripartenze: cosa ci lascia l’anno che si conclude

a cura diFederica Facchinetti

Sarà la carica di zucchero sovrabbondante delle feste, o il clima natalizio, ma trovarmi a scrivere in questi giorni mi porta a ripensare a questo 2016 e fare bilanci.

Non è facile sorvolare sulle quotidiane notizie di tragedie, guerre, incidenti, politica fallimentare, cronaca, catastrofi naturali (e preferisco non continuare) che ci hanno accompagnato nel corso dell’anno che si chiude. So che questo è stato l’anno delle elezioni di Trump, della morte di Fidel Castro, ma sono successe anche tante belle cose.

Alcune di queste sono passate un po’ in sordina, ma sono convinta ci sia un forte bisogno di dare risonanza anche alle storie positive, per ricordarci che le gocce scavano la pietra, per tornare a confidare che la pazienza e la costanza pagano, che se ognuno si assume la sua parte di responsabilità, qualcosa si può cambiare.

Senza ingenuità, cerco di guardare ciò che con fatica abbiamo conquistato, ai frutti di lunghi percorsi e ai traguardi raggiunti.

L’ecologia fa da padrona nel campo dell’innovazione, tema che tocca la sensibilità dell’opinione pubblica in modo preponderante e su cui moltissimi progetti e movimenti si concentrano. Segni importanti di un cambiamento di mentalità e di approccio ci vengono da tutte le parti del mondo.

Il vicino Portogallo fino a soli 3 anni fa generava la metà del suo fabbisogno energetico da combustibili fossili. Grazie alla riconversione delle fonti di energia, in maggio è stato in grado di soddisfare per ben 4 giorni consecutivi il suo intero fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, ergendosi a esempio virtuoso.

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L’energia eolice e quella idroelettrica sono le maggiori fonti rinnovabili di energia per il Portogallo.

Un altro buon esempio da cui imparare ci viene dal piccolo Kamikatsu, paesino a sud-ovest del Giappone dove da alcuni anni è in atto una vera e propria rivoluzione ecologica. Qui infatti si ricicla l’80% dei rifiuti. Niente spazzatura per strada: compostaggio, riutilizzo, riciclo, baratto sono le parole d’ordine. E quello che proprio non può essere fatto rivivere in altro modo, viene smaltito in discarica, smistato secondo rigidi criteri di materiali. Il cambiamento è stato radicale e ha richiesto un enorme sforzo da parte di tutti, ma in un ventennio ha cambiato il volto, le abitudini e la qualità di vita degli abitanti, e che mira a raggiungere l’obiettivo finale, dei rifiuti zero entro il 2020.

Dal progetto di un architetto italiano, con un team internazionale e molto sfaccettato, arriva invece la sperimentazione del Warka Water: un “albero” che produce acqua potabile, raccogliendo l’umidità dell’aria (specialmente durante la notte in zone a forte escursione termica come i deserti), condensandola e trasformandola quindi in acqua successivamente corretta dalle impurità. Invenzione innovativa e pratica, a cui auguro di essere completata e implementata con successo. >>Per saperne di più

E come non gioire della firma da parte dei due maggior inquinatori a livello mondiale, del trattato di Parigi sul clima. >>Per saperne di più Magari porterà a poco visti i recenti risvolti elettorali statunitensi, ma il segnale politico è forte. Perché anche i due giganti dell’impatto ambientale mondiale hanno maturato la consapevolezza di dover guardare più in là del proprio ombelico (spazio-temporale).

E a proposito di spazio-tempo, il 2016 ha portato una scoperta sensazionale, specialmente se si pensa che era stata teorizzata già un secolo fa dal buon vecchio Einstein che ci aveva visto molto lontano, 1,3 miliardi di anni luce per l’esattezza! Questa infatti la distanza dalla Terra alla quale sarebbe avvenuta la fusione di due buchi neri che avrebbe provocato l’onda gravitazionale rilevata da un osservatorio negli Stati Uniti. >>Per saperne di più

Potrebbe suonare incredibile, ma anche la politica nel 2016 ci ha offerto degli spiragli di positività.

In Colombia sono stati siglati infatti, per ben due volte, storici accordi di pace tra il governo e le Farc, le forze armate rivoluzionarie. Segno che una forte volontà politica e la determinazione al cambiamento possono raggiungere importanti traguardi, come la fine di un conflitto interno durato decenni. Tanto è valso il premio Nobel per la pace al presidente colombiano Santos.

In Gambia invece dopo la ventennale dittatura di Yahya Jammeh >>Per saperne di più , le elezioni hanno dato un nuovo presidente al Paese africano. Sorprendentemente l’ormai ex dittatore ha ammesso la sconfitta e si è ritirato pacificamente, con la gioia della popolazione vessata che ha sopportato la vita in Gambia in tutti questi anni, degli esiliati, detenuti e emigrati. Potrebbe sembrare una notizia di poco conto, ma un nuovo clima politico in questo Paese potrebbe avere dei risvolti nelle rotte migratorie dell’Africa occidentale e per tutti quei gambiani che nel corso degli anni hanno cercato rifugio sulle nostre coste.

Il grande evento che ha monopolizzato l’estate, tra successi, ma soprattutto tra polemiche e contestazioni, sono state le Olimpiadi di Rio de Janeiro alle quali, per la prima volta nella storia, ha partecipato anche una delegazione di sportivi fuggiti dai loro paesi vessati. Il team Atleti Olimpici Rifugiati è stato creato dal Comitato Olimpico Internazionale con l’appoggio dell’Onu ed è formato da 10 atleti: due nuotatori siriani, due judoka della Repubblica Democratica del Congo e sei corridori sudanesi ed etiopi. La presenza di questo team mi ha fatto emozionare, forse perché mi ha riportato alla mente Samia Yusuf Omar, la cui storia è raccontata nel libro che consiglio in calce a questo articolo.

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Gli atleti della squadra olimpica rifugiati che ha parteciparo alle olimpiadi di Rio2016

In questo vorticoso giro del mondo torno, accingendomi alla conclusione, nella nostra bella Italia. Perché finalmente si vedono i primi importanti effetti delle politiche messe in campo da qualche anno a questa parte per valorizzare il nostro patrimonio artistico, evidenziando la continuità tra bene culturale e bene pubblico: si tratta di opere di adattamento dei siti di maggiore interesse, abbattendo le barriere architettoniche nell’intento di renderli accessibili anche a persone con esigenze specifiche. Quest’anno Pompei ha inaugurato finalmente i percorsi per disabili che rendono il patrimonio Unesco finalmente fruibile a tutti.

Concludo con questa suggestiva foto per gli inguaribili romantici.  Il 2016 ha offerto uno spettacolo eccezionale con una super luna il 14 Novembre: il nostro satellite infatti si è trovato nel punto dell’orbita più vicino alla Terra (perigeo) e per di più in una fase di luna piena. Si è trattato della più grande Luna piena visibile da 70 anni: l’ultima così si è verificata nel 1948, e la prossima arriverà il 25 novembre 2034.

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La super-luna che abbiamo potuto ammirare lo scorso 14 novembre.

Con quest’aura di arcobaleni folletti e unicorni lascio il 2016, augurando a tutti voi cari lettori, una carica di energia nuova e positiva, di energia pulita che porta a respiri più ampi sul mondo, curiosità e acume, con innocenza – non ingenuità né buonismo –  e rinnovato senso etico.

Canzone consigliata: Another world is possible, Modena City Ramblers

Libro consigliato: Non dirmi che hai paura, Giuseppe Catozzella, Feltrinelli editore

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Questa voce è stata pubblicata il 30 dicembre 2016 da in Sostenibilità con tag , , , .
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