Negli ultimi mesi, grazie alla mia collaborazione con la Fondazione Giordano Dell’Amore, ho avuto l’opportunità di partecipare all’elaborazione del report “Microfinance in Europe: a Survey of EMN-MFC Members. Report 2014-2015”. È la settima edizione del Rapporto sulla microfinanza in Europa che ha da sempre offerto una panoramica sugli sviluppi del settore a livello europeo. Il Rapporto è frutto di un’indagine che ha cercato di portare alla luce le principali caratteristiche istituzionali, del portafoglio crediti, delle performance sociale e finanziaria delle istituzioni di microfinanza (IMF) europee, sulla base di dati raccolti attraverso l’indagine condotta per la prima volta congiuntamente dall’European Microfinance Network (EMN) e dal Microfinance Centre (MFC), le due maggiori organizzazioni che promuovono la microfinanza e la lotta contro l’esclusione sociale e finanziaria in Europa.
Loghi dell’European Microfinance Network e del Microfinance Centre
L’indagine EMN-MFC per il biennio 2014-15 ha coinvolto una vasta gamma di attori provenienti da 22 paesi, di cui 14 Stati membri dell’UE. Persistono diversi percorsi di sviluppo regionale per le IMF attive in Europa occidentale e orientale, ma al contempo si scorgono segni di potenziale convergenza. Gli erogatori di microcredito utilizzano una varietà di modelli istituzionali per operare in quadri giuridici e normativi eterogenei: i partecipanti al sondaggio sono in primo luogo istituzioni finanziarie non bancarie (60%) e organizzazioni non governative (31%), ma assumono anche altre forme giuridiche (banche commerciali, cooperative o banche di credito cooperativo ed enti pubblici).
Le istituzioni censite sono 149 in totale e dimostrano come il settore della microfinanza in Europa sia ancora giovane: il 77% di queste ha iniziato ad operare dopo il 1995. La missione principale chiaramente sembra essere quella dell’inclusione finanziaria e della creazione di posti di lavoro, ma non sono trascurate la promozione delle microimprese, l’inclusione sociale e la riduzione della povertà. Contrariamente a quanto si possa credere, solo un piccola percentuale delle istituzioni si dedica all’empowerment delle minoranze etniche e degli immigrati, così come alla promozione dell’occupazione giovanile.
I numeri evidenziati dal rapporto mostrano un settore in continua crescita. Nel 2015 sono stati erogati un totale di oltre 550 mila prestiti (+12% rispetto all’anno precedente) per un volume totale di 1.6 miliardi di euro (+16% rispetto al 2014). Anche i clienti attivi in questo settore sono aumentati, nel 2015 sono stati serviti quasi 750 mila clienti con un corrispondente portafoglio di crediti lordi in essere di 2.5 miliardi di euro. Il portafoglio attivo dimostra come il settore europeo della microfinanza si rivolge principalmente a microimprese, riservando a queste il 71% dei prestiti erogati, ma si nota anche una crescita dei prestiti a scopo personale (29%).
Foto di Mr. Ion Chirita, cliente di good.bee Credit e vincitore del secondo “EMN Photo Contest”
Ma a chi sono effettivamente rivolti i microprestiti in Europa? Le IFM intervistate mostrano un orientamento sia verso la popolazione rurale che quella urbana e verso diversi gruppi target: disoccupati o beneficiari di sussidi, donne, minoranze etniche e/o immigrati, giovani di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, disabili e persone escluse dai servizi finanziari formali. Attraverso la diversificazione molte IFM limitano la rischiosità del loro portafoglio, quindi servendo molteplici categorie (più di 4 in media) di clienti svantaggiati.
La cosiddetta green microfinance, ossia quella promotrice di pratiche rispettose dell’ambiente attraverso l’erogazione di microcrediti (per il finanziamento di fonti rinnovabili, efficienza energetica ed attività rispettose dell’ambiente), è ancora una tendenza poco sviluppata e articolata in Europa. Molto più diffusa, invece, la pratica di servizi di accompagnamento al prestito e la maggior parte delle istituzioni adotta un approccio integrato, ossia affiancando all’offerta di prodotti e servizi finanziari anche servizi non finanziari. Tra questi ultimi, quelli più comuni sono servizi di accompagnamento all’impresa, di educazione finanziaria e di mentoring.
Per quanto riguarda la gestione finanziaria, una parte notevole delle istituzioni censite fornisce dati affidabili di performance finanziaria. Ciò è in linea con il processo di maturazione del settore della microfinanza in Europa e segnala il progressivo sviluppo di sistemi informativi di gestione e la capacità istituzionale di aderire a requisiti informativi uniformi. La qualità della performance finanziaria e del portafoglio mostrano tendenze che documentano l’evoluzione di un settore della microfinanza in Europa sempre più finanziariamente sostenibile, nonostante alcuni casi specifici critici. In termini di qualità del portafoglio, le istituzioni intervistate mostrano un miglioramento complessivo nel periodo 2014-2015: il PAR30 è diminuito dal 10.4% al 9.7% e i written-offs (i crediti passati a perdita) dal 2.8% al 2.6%. La sostenibilità finanziaria complessiva, misurata attraverso la redditività dell’attivo (ROA), la redditività del capitale proprio (ROE) ed il coefficiente di autosufficienza operativa (OSS), è inferiore per le IFM occidentali rispetto alle loro omologhe in Europa orientale, dove si trova la maggior parte delle IFM operativamente sostenibili con una performance finanziaria superiore.
Si può dire, infine, che la cooperazione tra EMN e MFC offre una prospettiva più ampia per il settore europeo della microfinanza che fino ad ora non esisteva. Ci si auspica che con uno sforzo combinato tra le due reti si favorirà nel prossimo futuro l’apprendimento reciproco tra i vari modelli di microfinanza applicati, la promozione, l’armonizzazione e il miglioramento delle politiche a livello europeo, nonché il rafforzamento delle capacità attraverso l’assistenza tecnica nel quadro del programma EaSI. I risultati dell’indagine presentati in questo Rapporto mostrano una evoluzione della microfinanza europea negli ultimi anni e documentano il ruolo fondamentale che EMN e MFC svolgono nella lotta contro l’esclusione sociale e finanziaria.
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