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Appunti di Cooperazione Internazionale

Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati

A cura di Luca Martinengo

Affrontare il tema dei migranti, ed in particolare dei richiedenti asilo e dei rifugiati, è sempre molto difficile e complicato: vuoi per il numero elevato degli sbarchi, vuoi per la propaganda populista di alcuni partiti politici e vuoi anche per la delicata questione dei “muri” che si stanno istituendo all’interno dell’Unione Europea. Io però mi sento ispirato ed oggi vi parlo di un progetto, che magari non tutti conoscono, o se sì magari solo marginalmente, rivolto specificatamente ai richiedenti asilo ed ai rifugiati: lo SPRAR

SPRAR

Prima di parlare di SPRAR e di tutto ciò che è importante sapere di questo progetto, è utile capire a chi si rivolge tale servizio. Per fare ciò, bisogna partire dalla definizione di rifugiato deducibile dall’Art.1 Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951: “Chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi”. Qui il testo completo.

Lo SPRAR si basa sulle esperienze di accoglienza de-localizzata ed in rete messe in opera tra il 1999 ed il 2000 da associazioni ed organizzazioni non governative. Nel 2001 il Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Altro commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) firmarono un’intesa per poter porre in essere un “Programma nazionale asilo”. Veniva dato così alla luce il primo modello pubblico di accoglienza per i richiedenti asilo e rifugiati, diffuso su tutto il territorio italiano, con la partecipazione delle istituzioni centrali e locali, attraverso una corresponsabilità tra Ministero dell’Interno ed enti locali .

Tutto questo appena descritto venne poi istituzionalizzato attraverso la legge n.189/2002, prevedendo la nascita del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Sempre con la legge appena menzionata, il Ministero dell’Interno costituì la struttura di coordinamento del sistema, il cosiddetto Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali, affidandone ad ANCI la gestione con il contributo della Fondazione Cittalia. Questo Servizio centrale ha il compito di monitorare la presenza di richiedenti e titolare di protezione internazionale sul territorio; creare, mantenere ed aggiornare la banca dati degli interventi realizzati a livello locale in favore di richiedenti e titolari di protezione internazionale; diffondere tutte le informazioni sugli interventi realizzati ed assistere gli enti locali, anche nella predisposizione dei servizi di accoglienza; supportare i servizi di informazione ed orientamento attuati presso i centri governativi per richiedenti asilo ed, infine, supportare ed aiutare ANCI nella sua attività di gestione.

Oltre a queste numerose attività, il Servizio Centrale ricopre il ruolo di coordinamento anche per quei servizi speciali di accoglienza dedicati alle persone appartenenti alle cosiddette “categorie più vulnerabili”, come i minori non accompagnati, disabili, soggetti che richiedono assistenza domiciliare, sanitaria, anziani e vittime di tortura e di violenza. Il Servizio centrale si occupa pure di formazione ed aggiornamento degli operatori .

BENEFICIARIO SPRAR

Lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali e dalle realtà del terzo settore che pongono in essere la c.d. “accoglienza integrata” destinata ai richiedenti ed ai titolari di protezione internazionale.  Esso, quindi, è destinato ad un’assistenza dei soggetti, recentemente anche immediata, che approdano sul territorio italiano tramite un’integrazione sociale ed economica di persone titolari, o richiedenti, una forma di protezione internazionale (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria), attraverso la costruzione di percorsi individuali, studiati ad hoc per il beneficiario.

Lo SPRAR si prefigge due grandi obbiettivi: – offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario; – favorirne il percorso di integrazione attraverso percorsi che mirino a riottenere una certa autonomia.I progetti prevedono l’accoglienza di singoli e/o famiglie in appartamenti e mirano allo svolgimento di diverse attività aventi come scopo ultimo l’integrazione dei beneficiari all’interno della società. I servizio che vengono resi riguardano l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale, l’inserimento scolastico, l’attività di mediazione linguistica, l’orientamento legale, l’inserimento lavorativo, i servizi per la formazione e per i bisogni dell’utente.

Il progetto SPRAR, proprio perché destinato ad un protagonismo attivo dei singoli beneficiari, sfruttando anche il preziosissimo contributo degli enti locali e delle realtà del terzo settore, fa si che ci sia un rafforzamento della cultura dell’accoglienza e dell’inserimento socio-economico presso le diverse comunità cittadine in cui i singoli soggetti vengono indirizzati. Comunità che, attraverso diverse iniziative organizzate localmente (come ad esempio congressi o forum), hanno la possibilità di poter conoscere appieno la realtà del diritto di asilo e la condizione dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale.

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Questa voce è stata pubblicata il 2 settembre 2016 da in Migrazioni con tag , , , , , , .
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