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Appunti di Cooperazione Internazionale

Un Nuovo Segretario per le Nazioni Unite

A cura di Luca Solesin

ban

A dicembre  scadrà il secondo (e ultimo) mandato di Ban Ki-moon come Segretario Generale delle Nazioni Unite. Da gennaio 2017 ci sarà una nuova persona alla guida dell’Organizzazione. Ma cosa fa il Segretario Generale dell’ONU? Qual è il suo compito? Quali poteri ha? Come viene eletto? Chi sarà il prossimo Segretario?

Innanzitutto è bene chiarire che il Segretario Generale dell’ONU non è il capo del mondo, né tanto meno il capo di tutte le Nazioni. Il Segretario Generale è, secondo statuto, il ‘chief administrative officer of the Organization’ ossia il responsabile amministrativo, incaricato della corretta esecuzione da parte del Segretariato del programma dell’Organizzazione (programma deciso dagli Stati Membri, non dal Segretario Generale).

Il ruolo del Segretario Generale è regolato dalla Carta delle Nazioni Unite, in particolare sotto il capitolo XV che regola l’organo del Segretariato. Il suo mandato ha una durata di 5 anni. La sua carica è rinnovabile ed, anche se non è specificato quante volte può essere rinnovato, è consuetudine che il Segretario Generale venga rinnovato almeno per un secondo mandato. L’elezione, ed il rinnovo del Segretario Generale sono sempre stati oggetto di diatriba politica.

Le sue funzioni vengono espresse dalla Carta delle Nazioni Unite. Inoltre riceve incarichi specifici dai vari organi dell’Organizzazione. Ha dunque il ruolo di coordinare il lavoro del Segretariato (incluso la nomina del personale) e dei suoi organi principali; elaborare il bilancio; riportare annualmente agli Stati Membri il lavoro dell’Organizzazione; redigere una lista di giudici per la Corte Internazionale di Giustizia (da non confondere con la Corte Penale Internazionale, entrambe a L’Aja); porre all’attenzione del Consiglio di Sicurezza alcune questioni che considera di rilevante importanza rispetto al mantenimento della pace internazionale; rappresentare l’Organizzazione e i suoi interessi con altre Organizzazioni. Inoltre è ultimo responsabile delle operazioni di mantenimento della pace. Per saperne di più…

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L’elezione del Segretario Generale è piuttosto complessa. Esistono delle procedure scritte e delle ‘buone pratiche’ non scritte. Il Segretario Generale viene eletto dalla Assemblea Generale, per cui è richiesta una maggioranza di due terzi, su una proposta fatta dal Consiglio di Sicurezza: questo significa che i cinque Membri Permanenti del Consiglio di Sicurezza possono (come già hanno fatto) porre il veto su un particolare candidato, il che restringe dunque la nomina verso candidati ‘favorevoli’ a (o che al limite non dispiacciano) tutti e 5 i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti d’America). Inoltre, secondo le regole procedurali del Consiglio di Sicurezza, l’accordo fra Stati del Consiglio di Sicurezza riguardo il candidato Segretario Generale da presentare all’Assemblea Generale deve avvenire attraverso ‘incontri privati’.

Fra le ‘buone pratiche’ non scritte c’è il principio della rotazione regionale. L’ONU ha una suddivisione di Nazioni interna in diverse regioni e sotto-regioni (Per saperne di più…). Queste regioni sono 5: 1) Africa; 2) Asia e Pacifico; 3) America Latina e Caraibi; 4) Est Europa; 5) Europa dell’Ovest e altri Stati. Nel tentativo di rispettare un bilanciamento regionale per non creare preferenze geografiche si cerca di eleggere un esponente dei vari gruppi regionali a turno. Non è ancora capitato che un Segretario Generale venisse scelto dal gruppo di Stati dell’est Europa. Non è un caso che 8 dei 12 candidati siano presentati dagli Stati est europei.

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Questa volta l’elezione del Segretario Generale sta avvenendo in un modo molto più trasparente ed inclusivo (e per noi interessante). Infatti il processo per arrivare alla votazione è stato e sarà caratterizzato da nuovi elementi. Con una lettera congiunta a dicembre 2015, il Presidente dell’Assemblea Generale ed il Presidente del Consiglio di Sicureza hanno invitato tutti gli Stati Membri a presentare le proprie candidature per la carica di Segretario Generale. Candidature che verranno esaminate dal Consiglio di Sicurezza prima di proporre un nome alla Assemblea Generale (Per saperne di più…). Inoltre, ad aprile si è svolto un primo ‘dialogo informale’ (in diretta streaming sul canale delle Nazioni Unite) in cui i candidati si sono presentati alle Delegazioni Permanenti. Ad ogni candidato erano concesse 2 ore. Nella prima parte i candidati hanno pronunciato il proprio ‘statement’, un discorso di presentazione e, in parte, programmatico. In seguito le Nazioni hanno avuto l’occasione di interrogare i candidati su alcuni aspetti e problematiche, chiedendo la loro opinione a riguardo. Una secondo dibattito si è svolto a luglio moderato da Aljazeera (Per saperne di più…).

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I candidati sono stati scelti. Si sono presentati in 12 e fra queste persone molto probabilmente c’è il nuovo Segretario Generale delle Nazioni Unite che prenderà servizio dal primo gennaio 2017. Per conoscere le loro idee è importante leggere i loro ‘Vision Statements’.

 È opinione diffusa che il prossimo Segretario Generale debba essere una persona forte, capace di affrontare le grandi sfide che l’umanità ha di fronte, in grado di riformare finalmente l’ONU e (ri)portarla ad essere efficiente ed efficace, adatta a rispondere ai problemi del mondo contemporaneo. È dunque importante che la persona eletta conosca bene la complessa macchina dell’Organizzazione, ne riconosca le potenzialità e i limiti e sappia utilizzare al meglio i propri poteri non rimanendo ingabbiato nella cortesia diplomatica. Inoltre, è giunto il momento per l’Organizzazione delle Nazioni Unite di mettere in pratica quel ‘gender equality’ di cui si fa promotrice, eleggendo finalmente una donna come Segretaria Generale, fino ad ora infatti tutti i Segretari Generali (8) sono stati uomini. Per saperne di più………

Di seguito riporto una breve presentazione degli attuali candidati e il link ai loro ‘Vision Statements’.

Srgjan Kerim, macedone, è stato Ministro degli Esteri e Presidente della Assemblea Generale fra il 2007 e il 2008. Il suo ‘manifesto‘ intitolato ‘New Horizons’ è preceduto da una frase di Umberto Eco tratta da ‘Costruire il nemico’: ‘Cercare di capire l’altro significa distruggerne il cliché, senza negarne o cancellarne l’alterità’.

Danilo Turk, candidato dalla Slovenia, fra le varie cariche da lui assunte, è stato Presidente della Slovenia dal 2007 al 2012 e Presidente del Consiglio di Sicurezza nel biennio 1998 – 1999 quando la Slovenia faceva parte del Consiglio di Sicurezza. Il suo Statement comincia con: ‘People first’.

Hellen Clark, candidata dalla Nuova Zelanda, è tutt’ora la Direttrice Generale dell’UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) dal 2009. È stata inoltre presidente della Nuova Zelanda fra il 1999 e il 2008. È sicuramente una dei più forti candidati. Il suo Statement è intitolato: ‘A better, fairer, saifer world’.

Christiana Figueres, costaricana, è stata l’ultima a candidarsi nel luglio 2016. Ha ricopereto la carica di Segretario Esecutivo del UN Framework Convention on Climate Change. ‘Restoring Hope’ è il titolo del suo Statement.

Igor Luksic, candidato dal Montenegro, è stato Primo Ministro fra il 2010 e il 2012. Il lungo titolo del suo Statement è ‘Ensuring an Effective and Efficient UN System in addressing existing and emerging challenges by extending partnerships and strengthening coordination:”Responsibility, Inclusiveness and Engagement’.

Natalia Gherman, candidata della Moldavia, è stata vice Primo Ministro fra il 2013 e il 2016 e Ministro degli Esteri. Il suo Statement si concentra sui temi di ‘pace, sviluppo e diritti umani’.

Antonio Guterres, portoghese, è stato Alto Commissario per i Rifugiati e Primo Ministro del Portogallo. La sua candidatura è decisamente rilevante. Il suo breve Statement si intitola ‘Challenges and Opportunities’.

Vuk Jeremic, serbo, è un altro candidato ‘forte’. Ha ricoperto la carica di Ministro degli Esteri (2007 – 2012) e Presidente dell’Assemblea Generale fra il 2012 e il 2013. Il suo Statement è forse uno dei più decisi.

Miroslav Lajcak, candidato dalla Repubblica Slovacca, è stato vice Primo Ministro ed è tutt’ora Ministro degli Esteri. Il titolo del suo Statement è ‘Responsibility, Accountability and Leadership’.

Susana Malcorra, argentina, è Ministro degli Esteri ed ha svolto il compito di Capo di Gabinetto del Segretario Generale dell’ONU. Il suo Statement è intitolato ‘Unas Naciones Unidas centradas en las personas, el planeta y la prosperidad; guiadas por temas y enfocadas en generar impacto’.

Vesna Pusic, croata, è stata vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri. Il suo Statement si conclude con il sogno di una nuova ONU che produca risulatati concreti.

Irina Bokova, candidata dalla Bulgaria, è, insieme a Hellen Clark, una delle favorite. Infatti Bokova ha una lunga carriera diplomatica, è stata parlamentare in Bulgaria ai tempi del blocco sovietico all’interno del Partito Comunista, si è ‘convertita’ ad ideali neo-liberisti ‘filo-occidentali’ ed ha ricoperto la carica di Direttrice Generale dell’UNESCO dal 2009 (rieletta nel 2013 per altri 4 anni). Parla correttamente 4 delle 6 lingue ufficiali dell’ONU: russo, inglese, francese e spagnolo. La sua candidatura è stata accompagnata dal ‘vision statement’ intitolato ‘Peace, sustainability and dignity – the new humanism for the world today’.

 

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