A cura di Luca Martinengo
Il 5 maggio scorso si sono svolte le votazioni per poter eleggere il successore del conservatore Boris Johnson quale sindaco di Londra.
I due principali pretendenti, nominati dai rispettivi schieramenti, che si sono sfidati sono:
– Zac Goldsmith, conservatore, quarantenne, con un padre di origini ebraico-tedesche e una madre discendente di una famiglia aristocratica inglese. Politicamente liberale, Goldsmith, oltre ad essere un ambientalista convinto, che lo ha portato ad avere dei dissidi all’interno del proprio partito, è un euroscettico che chiede una rinegoziazione dei termini riguardanti la permanenza britannica all’interno dell’Unione Europea;
– Sadiq Khan, parlamentare quarantacinquenne, laburista. Di forte estrazione proletaria, figlio di due immigrati pachistani, è nato a Tooting, quartiere a sud di Londra, crescendo con sette fratelli in una delle case popolari di quella zona. Suo padre era un autista di autobus, la madre era invece una sarta. Laureato in legge, ha svolto pure la professione di avvocato per i diritti umani ed a difesa delle vittime di discriminazioni. Nel 2005 è stato eletto in Parlamento, venendo poi nominato, tre anni più tardi, dall’allora Primo ministro Gordon Brown, come ministro delle Comunità locali. Nel 2009 è passato al ministero dei trasporti. Ha diretto la campagna elettorale di Ed Miliband per la guida del partito e nel 2010 è diventato ministro ombra per la Giustizia e poi ministro ombra per la città di Londra. Alle elezioni parlamentari del maggio 2015 è stato eletto per un terzo mandato. Sostenitore dei diritti dei gay, ha votato a favore della legge sui matrimoni fra persone dello stesso sesso, nel 2013, ricevendo diverse minacce di morte. Altro tratto distintivo del candidato laburista è quello di essere di fede musulmana.
Il 6 maggio è arrivato l’esito: Sadiq Khan è stato eletto sindaco di Londra.
Con le prime preferenze ha ottenuto il 44% dei voti contro il 35% di Goldsmith; con le seconde preferenze, fondamentali poiché nessuno dei candidati aveva oltrepassato il 50%, Khan ha ricevuto il 57% contro il 43% del suo avversario. Il nuovo Mayor succede al conservatore Boris Johnson che aveva deciso di non ricandidarsi come Primo cittadino londinese.
Questo risultato è figlio del grande lavoro svolto da Khan durante la campagna elettorale. Il nuovo sindaco ha puntato su una riforma del trasporto pubblico, introducendo il biglietto con una durata di un’ora sugli autobus; una politica ambientalista, non troppo ferrea come quella del suo sfidante Goldsmith, ma che mira ad un rinnovo del parco auto, dei mezzi del trasporto pubblico e soprattutto all’abbattimento delle emissioni domestiche. Oltre a ciò, il nuovo mayor, punta a far divenire Londra una città libera dalla incessante produzione di rifiuti.
Altro tema affrontato da Khan sono stati i rischi collegati alla Brexit, che hanno portato un forte malcontento nonché una grossa inquietudine tra le aziende, con la Confindustria britannica che si è sempre espressa contro l’eventuale uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. In questa situazione, il nuovo sindaco ha promesso un ambiente ancora più internazionale e favorevole al business, ponendo particolare attenzione alle ragioni degli uomini di impresa, visto la natura di Londra, capitale mondiale della finanza, dei servizi, della ricerca, della scienza e della tecnologia.
Altro tema fondamentale per il nuovo sindaco è quello della casa, in particolare il prezzo delle abitazioni. A Londra, infatti, i prezzi sono alle stelle a causa degli investitori internazionali, come sceicchi arabi o famiglie russe potenti, che si presentano nella capitale per comprare appartamenti o ville. Questo ha comportato che il prezzo medio di un’abitazione londinese lievitasse oltre le 500 mila sterline (quasi 650mila euro), rendendo la vita difficile alla classe media, ormai sempre più impossibilitata all’acquisto di una casa. Khan, per cui, ha promesso maggiori investimenti sull’edilizia sociale, con l’obbiettivo di costruire nuove abitazioni.
Altro tema a cuore del laburista è quello della lotta al terrorismo predisponendo un piano per affrontare la diffusione dell’estremismo, sbugiardando i tabloid che avevano sottolineato a più riprese il presunto rischio di avere a Londra un sindaco di religione musulmana.
Avviandomi alla conclusione del mio articolo, non posso che sottolineare il fatto che, analizzando il panorama europeo, l’elezione di Sadiq Khan quale sindaco di una grande città non è una novità, basti pensare ad Ahmed Aboutaleb, sindaco di Rotterdam dal gennaio 2009.
Aboutaleb non solo è la prima persona nata in Marocco ad essere eletta come sindaco di una città dei Paesi Bassi, ma è anche un musulmano praticante, figlio di un Imam sunnita di un villaggio del Rif, una regione montuosa del nord del Marocco, giunto in Olanda nel 1976, a 15 anni, con la madre ed i fratelli.
La sua forza è quella di riuscire a rimanere se stesso, accettando la definizione di jihadista perché “ci sono 68 definizioni di “jihad”; se togli una scheggia di vetro dalla strada per evitare che una bicicletta ne risenta, sei un jihadista”, criticando anche il fondamentalismo. Durante un’apparizione televisiva Aboutaleb, a seguito dell’attentato terroristico contro la redazione di Charlie Hebdo, ha dichiarato “è incomprensibile rivoltarsi contro la libertà. Se non ti piace stare qui perché qualche umorista che non ti va a genio pubblica un giornale, allora posso dirti di andare a farti fottere”, usando toni molto forti per condannare il gesto.
Il mondo sta cambiando e con lui anche le “nostre” tradizioni ed i nostri tabù… per cui, non mi resta che augurare buon lavoro a Sadiq Khan e buon lavoro ad Ahmed Aboutaleb.