A cura di Federica Facchinetti
La cittadinanza è il legame di un individuo con lo Stato: essa è talvolta acquisita di diritto, mentre talvolta è invece un’agognata concessione. Alla luce dei profondi mutamenti demografici del nostro Paese e dell’evoluzione del fenomeno migratorio, sembra ovvio accogliere come doverosa una riforma della regolamentazione della cittadinanza e della gestione della popolazione straniera residente in Italia, che si avvicini alle necessità della situazione attuale. Proveremo allora a capire quali novità si trovano nella proposta di legge, approvata dalla Camera e ad ora in attesa del vaglio del Senato, proprio in materia di acquisizione della cittadinanza.
Innanzitutto è importante fare un brevissimo excursus sulla situazione attuale della normazione in materia, per poi vedere le modifiche eventualmente introdotte dall’approvazione del nuovo testo di legge. Ad oggi il testo di riferimento è la legge 5 febbraio 1992, n. 91 (e relativi regolamenti di esecuzione: in particolare il DPR 12 ottobre 1993, n. 572 e il DPR 18 aprile 1994, n. 362), e al suo interno è possibile trovare tutte le disposizioni a proposito di cittadinanza le principali delle quali sono le seguenti. Per saperne di più >>>
Su quali aspetti la nuova proposta di legge vorrebbe intervenire?
Il nuovo testo di legge costituisce un primo passo verso un nuovo modo di intendere l’immigrazione e gli stranieri in Italia. Sia ben chiaro, come in gran parte dei casi, la politica necessita che ogni riforma, specialmente se riguarda argomenti sensibili per l’opinione pubblica, proceda a piccoli passi, con molte cautele e con cambiamenti il meno sconvolgenti possibile.
Sono queste le principali novità introdotte dal nuovo testo:
Si stima che circa 800 mila ragazzi potrebbero accedere alla cittadinanza per mezzo dello ius culturae e che ogni anno 90 mila potrebbero acquistare la cittadinanza alla nascita. Sono sicuramente numeri importanti e segno di uno sguardo volto al futuro della cittadinanza italiana, nel positivo e nel negativo. Viene normata finalmente la situazione delle seconde generazioni di immigrati, ma viene altresì esclusa tutta la fascia delle prime generazioni, dei genitori. Restiamo in attesa di vedere quale sarà l’esito della discussione presso il Senato di questo nuovo testo di legge, augurandoci che in futuro si riduca sempre di più il divario tra normazione politica e realtà della popolazione residente. Ci rallegriamo intanto del positivo passo avanti fatto con l’introduzione, il 12 gennaio scorso, dello ius soli sportivo, con cui è finalmente possibile il tesseramento per attività agonistica anche alle seconde generazioni prive di cittadinanza italiana, spesso posto come requisito da molte federazioni sportive. Per saperne di più >>>