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Appunti di Cooperazione Internazionale

Il servizio civile: un’occasione per sperimentarsi.

A cura di Martina Ramponi

“La libertà, nella sua più alta espressione consiste nel dare tutto e nel servire gli altri.”  (Fëdor Dostoevskij)

Il 2015 è considerato l’anno della rinascita del servizio civile. Il sottosegretario al lavoro e al welfare Luigi  Bobba arriva al seminario organizzato dal TESC, il Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile, lo scorso 16 marzo 2015 annunciando che il bando del 2015 da 36.186 posti sarà integrato da altri, ministeriali e regionali, per un totale di 48.608 giovani impiegati, primo scalino per salire fino ai 100mila promessi per il 2017. Per saperne di più >>>

Una svolta decisiva per il servizio nazionale e internazionale che nel 2013 aveva subito un periodo di stallo. Il servizio civile non è da sempre esistito: è stato infatti introdotto nell’ordinamento italiano con la legge n. 772 del 12 dicembre 1972 di cui fu relatore il senatore Giovanni Marcora, inizialmente previsto esclusivamente come alternativa al servizio di leva per coloro che si fossero dichiarati obiettori di coscienza. Tuttavia la prima regolamentazione effettiva del servizio civile si ebbe solo con la legge 8 luglio 1998 n. 230 che, oltre a dettare una nuova disciplina in tema di obiezione di coscienza, istituì l’Ufficio Nazionale per il servizio civile. Infine con la legge 6 marzo 2001 n. 64 fu istituito il servizio civile nazionale, qualificandolo non più come alternativo e sostitutivo del servizio di leva obbligatorio. Fu inizialmente avviato in fase sperimentale e riservato esclusivamente per le donne e gli uomini inabili alla leva fino ai 26 anni. Il d.lgs 5 aprile 2002, n. 77, che ne regolamentò la disciplina, innalzò anche l’età massima fino ai 28 anni, a partire dal 1º gennaio 2005. Per saperne di più >>>

Il simbolo del Servizio Civile Nazionale nasce dall’esigenza di dare visibilità al servizio attraverso un segno distintivo che consenta l’individuazione dei giovani che prestano la loro opera presso gli enti accreditati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Iconograficamente il Simbolo compendia in una innovativa sintesi grafica la stella della Repubblica, i colori della bandiera italiana, il blu dell’Europa, l’abbraccio della solidarietà e dell’aiuto reciproco attraverso cui costruire una società solidale e coesa nel rispetto dei principi ispiratori della norma istitutiva. L’obiezione di coscienza lascia al nuovo servizio civile un’eredità e un patrimonio importante: non è solo il riferimento ideale ai temi della nonviolenza e dell’obiezione alla armi, ma è anche il riferimento sostanziale all’esperienza storica del servizio civile degli obiettori in termini di valore sociale. Il valore sociale è sintetizzato dal concetto che il servizio civile è prima di tutto uno strumento, un’opportunità educativa la cui funzione pedagogica è pensata nei confronti della comunità intera e quindi non solo dei giovani ma anche nei confronti degli adulti.

Il servizio civile è dunque un’occasione unica per la formazione dei giovani che grazie ad esso hanno la possibilità di sperimentare loro stessi ed ampliare sempre più le loro conoscenze soprattutto in ambito pratico. Scegliendo un progetto in Italia, si avrà l’opportunità di entrare in contatto diretto con le organizzazioni presenti sul territorio e contribuire alla realizzazione dei loro progetti attraverso attività di sensibilizzazione e informazione.  Esso è l’opportunità messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale. Scegliendo un progetto all’estero nei Paesi in Via di Sviluppo, i giovani potranno impegnarsi come operatori della solidarietà internazionale, poiché inseriti nell’ambito del progetto “Caschi Bianchi”, insieme ad Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana e Gavci. I Caschi Bianchi sono volontari coinvolti in aree di conflitto sociale, in processi di promozione della pace, di superamento delle condizioni generatrici di ingiustizia e di tutela dei diritti umani. L’articolo 9 della legge 6 marzo 2001, n. 64 istitutiva del Servizio Civile Nazionale, prevede che i giovani volontari possano prestare la propria attività anche presso “enti e amministrazioni operanti all’estero, nell’ambito di iniziative assunte dall’Unione Europea, nonché in strutture per interventi di pacificazione e cooperazione fra i popoli, istituite dalla stessa UE o da organismi internazionali operanti con le medesime finalità ai quali l’Italia partecipa”.  Lo svolgimento del Servizio Civile all’estero offre ai giovani una occasione unica di crescita ed arricchimento personale e professionale e rappresenta uno strumento particolarmente efficace per diffondere la cultura della solidarietà e della pace tra i popoli. I bandi di SCN all’estero – che vengono valutati dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile – hanno cadenza annuale e normalmente vengono banditi insieme a quelli per l’Italia. Dal 2001 al 2010 sono stati inviati all’estero 3.367 volontari. Nel 2010 sono stati inviati 438 volontari di SCN in 75 differenti Paesi esteri, che nello specifico svolgono la propria attività in Africa (158), America (193), in Asia (26), in Europa (61), impegnati in attività che riguardano assistenza, promozione culturale, cooperazione ai sensi della legge 49/1987, interventi post-conflitto, ambiente. Per saperne di più >>>

Eppure, nonostante la grande valenza culturale, gli ultimi dati ufficiali contenuti nell’ultima Relazione al parlamento sull’organizzazione sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile nazionale confermano un altro anno nero per questa esperienza, pur con alcuni timidi segnali positivi di cambiamento. Il 2013, infatti, si è portato dietro le conseguenze dell’anno precedente (il primo da quando è stato istituito il servizio civile nazionale, nel 2001, senza un Bando volontari), a causa dei continui tagli ai fondi disponibili. «Le difficoltà incontrate a seguito dei tagli apportati alle risorse finanziarie – scrive il Dipartimento della gioventù e del servizio civile nella Relazione – hanno consentito la pubblicazione soltanto di tre bandi straordinari nei primi mesi del 2013 (…). Il bando vero e proprio è stato pubblicato il 4 ottobre 2013» (e il 4 novembre sono stati riaperti i termini, al fine di consentire agli stranieri di presentare le domande). Per saperne di più >>>

«Il servizio civile, dopo il boom del ’96, è andato scemando fino a ridursi a un servizio di élite», ammette Francesca Bonomo, deputata piemontese del Pd. Trentenne, laurea in legge, master all’estero e volontariato coi senza dimora, alla quale è stato affidato il compito progettare il nuovo servizio civile. «Oggi, secondo i dati, il servizio civile rimane un’esperienza di nicchia. Spesso a farlo sono universitari, ragazzi già vicini all’associazionismo, giovani che hanno assai meno bisogno di altri di educazione alla cittadinanza. L’obiettivo della riforma è appunto quello di rivoluzionarlo, ampliandone la platea e confermandone la funzione di difesa della patria». Oggi il 61% dei volontari è attivo nell’assistenza, il 25% nella promozione culturale, il 9% nel patrimonio artistico, il 2% sia nell’ambiente che nella protezione civile. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha espresso a sua volta soddisfazione per «il lavoro svolto e per la proficua collaborazione inter istituzionale, che ha consentito in tempi assai rapidi l’emanazione dei bandi», i quali impegnano il 74,17% delle risorse provenienti dall’Europa. I numeri complessivi, sommando legge di stabilità e Garanzia Giovani, non tranquillizzano ancora gli enti. Ma lasciano emergere segnali di impegno da parte del governo, in attesa dell’auspicata conclusione dell’iter di riforma del terzo settore (e del Servizio Civile), attesa per il prossimo anno. Nel frattempo, più di un autorevole esperto invita il premier Renzi a dar seguito alle sue parole e a investire veramente nel servizio civile. Per saperne di più >>>

Nell’esperienza del servizio civile i destinatari dell’azione non sono solo i giovani, ma l’operato dei giovani ricade sulle persone che vivono situazioni di disagio, che ricevono una presenza e un servizio dai giovani. Gli effetti positivi si riscontrano anche sugli operatori dei centri che si aprono ai giovani e che lavorano con loro, sui Centri operativi stessi, che possono consolidare le proprie attività e il proprio rapporto col territorio, e sui diversi mondi adulti in contatto con i giovani (famiglie, scuole, parrocchie, lavoro, …) che hanno delle occasioni per avvicinare le situazioni di disagio di cui i centri operativi si occupano. Per la pluralità dei destinatari, il servizio civile rappresenta una delle occasioni privilegiate, per gli enti che ne fanno parte, di svolgere, oltre alle loro funzioni ordinarie entro i propri settori di competenza, un compito formativo, sociale e politico di animazione della comunità nel suo complesso. Prestare il proprio servizio per 12 mesi come volontario è un’esperienza unica che permetterà di avvicinarsi al mondo del lavoro, delle associazioni e della cooperazione, vi sono infatti infinte possibilità ed enti con cui fare questa intensa esperienza. Mettersi al servizio sarà quindi un modo per dimostrare di sentirsi parte di una società che cerca di fondarsi ancora su valori forti come solidarietà e partecipazione e rivendicando così la propria partecipazione attiva al bene comune e al cambiamento della società.

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